venerdì 26 novembre 2010

Il Diavolo fa le pentole ma...

A volte le lezioni di storia si prendono dai luoghi più insoliti e dai docenti più inaspettati.
Cosi leggendo di un ascoltato consigliere editorialista del celebre Washington Post, ascoltato dai Presidenti della Casa Bianca fin dai tempi di Nixon, tale David Broder, leggo da wikipedia, ebreo, Premio Pulitzer per il giornalismo, conferenziere presso svariate università degli States, giornalista in parecchie famose testate di quotidiani, si apprende che in data 31 ottobre 2010, dalle pagine del suddetto giornale, si preoccupa di dare un importante consiglio al Presidente Obama, anch'egli Premio Nobel, per la pace, in crisi per il trend elettorale negativo e incontrollabile di mid-term, con un articolo dal titolo How Obama might recover [Come Obama può recuperare].
Premesso che l'economia non dà segni di ripresa e la Borsa, segna una discesa in caduta controllata ma inesorabile ormai da tempo, risollevare le sorti politiche di Obama equivarrebbe a risollevare l'economia.
Dunque Broder si chiede: "What else might affect the economy? The answer is obvious, but its implications are frightening. War and peace influence the economy" [Cos'altro condiziona l'economia? La risposta è ovvia, ma le implicazioni sono tremente. La guerra e la pace influenzano l'economia]. Fin qui siamo d'accordo, nell'ambito delle ragioni di cause-effetto a livello esclusivamente materiale, difficile dargli torto. Dopo le distruzioni si passa alle ricostruzioni, due operazioni entrambe redditizie.
Dopo la premessa, un esempio storico a veridicità: "Look back at FDR and the Great Depression. What finally resolved that economic crisis? World War II" [Guardiamo a Roosvelt e alla Grande Depresione. Alla fine cosa ha risolto la crisi economica? La Seconda Guerra Mondiale]. Guerra di successo, economia brillante.


Il ragionamento non fa una grinza. Verrebbe da dire 'guerra vincente, guerra che rende'. Sarà cinico, ma indubitabilmente vero. La guerra cui qui si allude sarebbe quella contro il nemico globale Iran.
Broder suggerisce i vantaggi politici di una simile impresa, e i positivi effetti economici fin a partire dal 2011 e 2011. Poi, come di fronte ad una remora moralistica, si cautela: "I am not suggesting, of course, that the president incite a war to get reelected. But..." [Naturalmente non sto suggerendo al Presidente di istigare a una guerra per essere rieletto. Ma...].
Questo ma, avversativo retorico, la dice lunga sulla soluzione a portata di mano. Il discorso possiede una sua geometria. Ciononostante un'alzata di scudi più che prevedibile, di falsi moralisti e ipocriti che poi son pronti ad approntarsi al desco, come si diceva una volta "per sedersi al tavolo dei vincitori", si è levata contro questa ipotesi, guerrafondaia e nel solco del New Order World. Nella Patria di Macchiavelli, Broder non dovrebbe destare scandalo.

Dovrebbe destare sorpresa, invece, queste motivazioni a spiegazione delle cause del Secondo conflitto mondiale. Ma come, più di una generazione del nostro Bel Paese è stata 'educata' a pensare, con dotte argomentazioni di storici e cattdrattici, giornalistiche e televisive, ancora oggi propinate a piene mani alle masse, che fu il conflitto delle democrazie libere contro gli oppressivi sistemi dittatoriali, grassatori e diabolici, e ora, da così autorevole sede, si viene candidamente a dire che fu un affare unico, gigantesco e grandioso, per tirarsi fuori dalla grande crisi del '29.
La crisi attuale è paragonata da molte parti, se non peggiore, a quella del '29. Cosa dobbiamo aspettarci allora? Per le stesse ragioni, potremmo pensare che esista una continuità tra il crollo delle Torri Gemelle e l'attacco di Pearl Harbour. Dobbiamo pensare che da due falsità nasca una verità, oppure una nuova falsità allargata a comprende anche la prima? Dobbiamo pensare che tutti i discorsi sulla libertà democratica e le dittature, non importa se nazifasciste o comuniste, altro non siano che coperture propagandistiche per far uscire da un vicolo cieco le economie occidentali? Vicolo cieco che ora si è riaperto e richiamo di farci inghiottire una voltadi più?
Un grande interrogativo che proponiamo alla riflessione di tutti.
Una potenziale grande lezione di storia contemporanea e attualità. A modo suo, Broder pare possa annoverarsi tra i revisionisti storici, involontariamente, per ironia della sorte. Proprio vero che il diavolo fa le pentole, ma... non i coperchi!

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