mercoledì 24 novembre 2010

Pini cembri, cirmoli e Cembri.

Abbiamo messo a dimora cinque pini cembri, una buona notizia. Abbiamo pensato di distribuirli lungo la strada del Tracciolino, due da una parte e tre dall'altra dell'ingresso della nostra marga-eremo.



Sono stati forniti gratuitamente, insieme con cinque frassino e cinque faggi, dal Corpo Forestale. Chiunque abbia un po di terreno ne può richiedere. Una buona notizia, qualcosa che funziona, finalmente! Ma bisogna andarseli a prendere al vivaio di Albano Vercellese, e non è proprio dietro casa.
Ma ora sono arrivati al Tracciolino, e anche mentre noi parliamo, le radici, nell'orcura, umida e fredda terra di montagna, stanno cominciando ad abituarsi alla loro nuova casa. Come noi si preparano a far fronte al gelo invernale. A rinascere, presto. Con il risveglio primaverile, ci scopriremo un'unica famiglia.
Il pino cimbro non viene altissimo, portamento più cilindrico che conico. Dunque un pino, ma non una conifera. Pianta longeva.
Diversamente dai faggi e dai frassini che abbiamo pensato per il bosco, il cirmolo è disposto lungo la strada provinciale del Tracciolino, li abbiamo pensati come antichi guerrieri posti a presidio di un luogo dello Spirito, difensori muti, forti e vigilanti su qualcosa di impalpabile. Avamposti dell'Infinito.
La guerra e i guerrieri in certi casi ci vogliono, non siamo pacifisti a senso unico, o ad oltranza.
La Pace si addice, quando la vita cerca di porsi sopra il Tempo. Quando si compie un gesto, o si dice una Parola contro il Tempo, allora la Guerra è Sacrosanta, e a combatterla con cuore puro, la si vince anche quando si perde.
I Cimbri erano un'antica stirpe di guerrieri scesi, con i loro cavalli, dal lontano nord danese nel II secolo a.C. Mezzi celti e mezzi germani, venivano dall' Himmerland, quasi una 'terra celeste', Himmel, ed Himmelsrichtung, punto di orientamento, punto cardinale, nel caos della Babilonia moderna.
Si sa poco di loro. Alla fine delle loro peregrinazioni scelsero di vivere sulle Alpi, come noi. Esseri eletti, aristocrazia dello Spirito, casta di valore, come guerrieri iniziati conoscono bene la morte e non la temono, terra e cielo circolano nella loro linfa. Di essenza spirituale, il loro corpo non dà legna da ardere, come gli altri pini, o da costruzione. Diventa creta, nelle mani dell'artigiano che lo modella in forme amabili, forme adatte a rendere visibile lo Spirito per cui hanno vissuto e si sono sacrificati.





Ora spuntano appena dall'erba. Si sono uniti al nostro esercito celeste. Speriamo che Dio voglia concederci il tempo di vederli crescere, almeno un po', giovani speranze non rassegnate, a testimoniare le lontane origini indoeuropee.
Porteranno le insegne e i vessilli antichi sul Tracciolino, con la consueta fierezza, anche quando le nostre bocche saranno mute. E i viandanti udiranno queste voci misteriose, parleranno loro di fascino e nostalgia per una lontana Patria cui faremo ritorno, noi viandanti, su cavalli alati, tra terra e cielo.



Nessun commento:

Posta un commento