lunedì 1 novembre 2010

Naturale ergo legittimo.

Tutto ciò che è naturale è legittimo.
Lo spunto lo traggo dalla recente approvazione di una legge delega che elimina la distinzione tra figli nati dentro o fuori dal matrimonio. Da oggi in poi un'istituzione, nonché un sacramento per il cristiano, di cui non si sa più bene a cosa serva e a cosa sia servita per millenni, il matrimonio, appunto, perde ulteriore significato. I nostri giovani avranno un motivo in meno per sposarsi. Alla faccia di tutto quello che si dice sul sostegno alla famiglia, al contrasto della denatalità, ed al declino complessivo del nostro Bel Paese.

Commenti ufficiali:
Carfagna: "Italia da oggi più moderna".
"Si tratta di una svolta epocale" ha spiegato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega alle Politiche familiari, Carlo Giovanardi, (sedicente cristiano cattolico) illustrando i contenuti del provvedimento.
Titolano trionfanti i giornali: "Arriva la parità tra figli e figliastri"


Lo Stato scende in campo a difendere i diritti dei figli naturali. Ci si preoccupa dell'Accidente e si danneggia la Sostanza. Quando c'è da produrre Caos, anche a scapito della salvaguardia di una verità principiale, è sempre in prima fila! E poi ci chiedono pure di festeggiarlo per i suoi 150 anni, e di sentire rispetto per il tricolore! Non sono forse i tanto diletti figli di tanto amata Patria tutti uguali? O potete osare di pensare il contrario, in linea di fatto e di principio?

Sarà per l'applicazione dello stesso principio egualitarista, fondato sulla coestensione tra naturale e legittimo, che in Inghilterra una sentenza di un tribunale di Sua Maestà bollò come discriminatoria la definizione di mamma e papà in uso presso le scuole, in quanto i figli adottati da coppie gay ne sarebbero escluse.

Sarà per l'applicazione dello stesso principio, che i capi di governo del Bel Paese, a quanto pare, se la fanno con fanciulle minorenni... nel caso fortunato diano segni sia pur tardivi di vitalità! Cosa volete: tutto naturale.... una passione ac-comunista, nel senso che ci accomuna, ricchi e poveri... come il calcio!

3 commenti:

  1. Per me è difficile commentare...esprimere un giudizio perchè di figli naturali o meglio di figli nati da un'unione di fatto ne conosco davvero tanti e tra di loro ci sono persone che hanno reso la mia vita migliore e puntare il dito contro una legge che gli garantisce qualcosa in più sembra innaturale. La mia attenzione però è caduta sul concetto di Accidente e Sostanza ed ecco che ragiono, penso mentre tutti mi domandano cosa ne penso.
    Certo essere un figlio non è mai una colpa, mai una scelta ma certo è difficile non vedere questa novità come l'indispensabile e inevitabile toppa da mettere ad un mondo che va nel verso sbagliato, un dover ammettere che le evidenze e le circostanze portano a pensare che il frutto dell'unione spontanea tra due porsone è la consuetudine e l'illegittimità di alcuni figli incolpevoli hanno obbligato a ricorrere all'ennesimo condono.
    Eccoci qua, un'altro incoraggiamento a banalizzare anche l'unione e il frutto dell'amore tra due persone, una questione burocratica e di asse ereditario, un altro passo verso il vuoto, verso l'inverno dei valori e dei sentimenti ma tuttavia i Naturali...loro no, non hanno colpa.

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  2. Grazie Ale,
    come al solito hai colto ciò che altri invece mi hanno rimpoverato, fermandosi ad una presunta mia indifferenza o peggio cinismo, nei riguardi di figli, per giunta in posizione pure di inferiorità e di fragilità. Tu sai che non è così, e non ci si deve lasciar fuorviare da un facile sentimentalismo.
    Hai usato il termine giusto, ben adatto, che sintetizza molto bene la situazione e l'humus culturale in cui è stata concepita: un condono. E, come tutti i condoni, alla fine, non fa altro che remunerare i malfattori, e punire gli onesti, i deboli e gli innocenti.
    Credete che il Gran Sovrano non ami tutti i suoi figli alla stessa maniera? Ma solo al primogenito andrà il Regno. Insensibilità? Ingiustizia? No! Rispetto, impersonale, neutrale e senza favoritismi, della Legge Divina che si preoccupa dell'Unità del Regno e della Famiglia Umana. Chi conosce i suoi figli e sa chi veramente è il più degno, se non il Padre?
    Analogamente, l'adozione a coppie omosessuali di piccoli in condizioni tragiche e precarie, potrebbe sembrare preferibile ai freddi e patogeni istituti, orfanotrofi e simili surrogati della famiglia (senza aggettivi). Ma sarebbe un errore tragico. Hai colto bene anche l'Accidente e la Sostnza. Ho volutamente lasciato sul vago questa distinzione, affidandomi alla qualità del lettore. Nel tuo caso ero certo della 'solidità' delle tue doti di lettore.
    Per quanto concerne la tematica in questione. Posso aggiungere che la Tradizione sull'argomento va ben oltre al breve mio accenno.
    Legittini o illeggittimi, la verità è che i figli non sono nè dei padri , ne delle madri, men che meno da singoli individui variamente associati. E' lo Spirito, Dio, che dona la vita; e la vita si rivolge allo Spirito per sentirsi viva. Le Tradizioni di Occidente e di Oriente concordano su questo punto. L'idea di 'paterità spirituale' era ben noto alle cosddette civiltà 'primitive', sottosviluppate o arretrate o tradizionali che dir si voglia.
    Il folclore registra gli echi di questa antica Sapienza con le sue storie di cavoli e di cicogne. In partiolare, non potremmo fare a meno di dimenticare le "Sacre Famiglie", con le sue "Madre Vergini" ed i suoi 'padri putativi'. Dove 'puto' credo, non esprime una opinione, come si crede, maliziosa, bensì la prfonda paternità di convincimento interiore, in cui si 'crede'. Non so se siamo ancora in grado di capire veramente il significato di questa Conoscenza. Ma, una cosa è certa, se riscoprissimo veramente questa conosccenza tradizionale, allora cesserebbero in un attimo le fuorivianti e confuse distinzioni tra "figli e figliastri".
    Grazie per il tuo prezioso approfondimento, Ale.
    Franco.

    Rif.:
    "Paternità spirituale" e "Complesso della marionetta", in A.K. Coomaraswamy "Sapiensa oientale e cultura occidentale".

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  3. Grazie per le belle parole, mi sorprende che qualcuno possa accusarla di insensibilità o di cinismo, sopratutto per quanto riguarda la tematica dei figli, basta conoscerla un attimo per capire che se esiste una tematica in cui lei non manca di sensibilità è proprio quella assai delicata e difficile della paternità. Tuttavia era un po' nascosta tra le righe la sua linea di pensiero e in un momento in cui si confonde il vivere con il sopravvivere, il piacere con l'amore e il condivedere le mura di una casa con la famiglia non mi sorprende più di tanto un'interpretazione superficiale del suo pensiero che resta comunque un suo pensiero non più "indegno" di tanti altri che si sentono sbandierare ai quattro venti.

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